Denny Lugli: le molteplici forme dell'artista, il trash e il suo fascino
Denny Lugli inizia a dipingere e ad interessarsi di fotografia nei primi anni '70. In seguito ha collaborato a diversi allestimenti scenografici. Nel periodo 1983-84 realizza alcuni video musicali, nell’85 un corto hard-horror d’effetto, in seguito curerà gli effetti speciali per film horror di successo, come opera di Dario Argento e Crash nel 1990…
"Denny: Tu hai sempre "creato" in molte forme artistiche: sia dai set cinematografici,alla pittura, alla grafica e alla fotografia si ritrovano forti elementi erotici e anche trash nelle tue opere. Come e quando nasce questa tua passione?"
Disegnare e' stata la mia grande passione da sempre. Uno dei ricordi più antichi che ho riguarda me sul tavolo di cucina (non AL tavolo, ma proprio SOPRA) intento a ricopiare con carta velina le illustrazioni dell'enciclopedia CONOSCERE, avrò avuto 4 o 5 anni.
In seguito, per diversi anni, ho seguito i miei (che all'epoca avevano un gruppo musicale e lavoravano prevalentemente nei night-club) nelle loro tournee estive, e credo proprio che la stretta frequentazione quotidiana con spogliarelliste, prestigiatori e ballerine abbia contribuito a plasmare i miei gusti estetici e i feticci erotici che tendo a far emergere dai miei lavori.
"Tempo addietro, hai realizzato un corto hard-horror "Sexsplosion", un corto che poi ti ha dato la possibilità di conoscere Sergio Stivaletti; com'è stata l'idea e la realizzazione di quel corto; e poi l'esperienza di lavorare a Demoni 2 con lo stesso Stivaletti"
Sexplosion e' stato realizzato nel 1985 con l'intento preciso di produrre una sorta di "book" che mi permettesse di entrare in contatto con gli ambienti del cinema e proprio per questo la sua genesi ha seguito un percorso contrario a quello usuale. Mi spiego: dapprima ho messo giù una lista delle cose che mi interessava fare (qualche effetto speciale, sequenze erotiche, un tocco di hardcore) e poi ho cercato uno straccio di trama che potesse legare alla meglio queste cose. Ho proceduto quindi alle riprese, al montaggio e al doppiaggio in modo da avere infine un prodotto che, in scala minore, somigliasse a un film vero.... E con questa videocassetta sottobraccio ho cominciato a passare in rassegna produttori e registi "indipendenti" (da Joe D'Amato a Ruggero Deodato, a Rino Di Silvestro) fino ad arrivare a Lamberto Bava tramite il quale ho conosciuto Sergio Stivaletti. Demoni2 era gia' in fase di pre-produzione e Sergio mi propose immediatamente di collaborare con lui agli effetti speciali per il film... non aspettavo altro!
Devo dire che l'esperienza di Demoni2 e' stata davvero divertente pur nelle condizioni stressanti in cui talvolta ci si trovava ad operare. La questione degli effetti speciali era all'epoca (1986) ancora una faccenda un po' misteriosa anche per chi lavorava sul set, e al nostro arrivo nel teatro di posa (ci si alternava continuamente tra il laboratorio e il set) eravamo sempre accolti come dei "Babbi Natale" da attori e tecnici incuriositi dai nostri scatoloni di cartone pieni di arti, teste e mostricciattoli assortiti. Stivaletti e' inoltre una persona di grande simpatia e correttezza e l'amicizia nata in occasione del film permane tuttora.
"Collaborando con vari importanti registi del cinema horror italiano, come Bava, Argento, e lo stesso Stivaletti, sapresti dire come sono cambiati negli ultimi 20-30 anni la realizzazione degli effetti speciali nel cinema, come sono cambiati anche i criteri nelle scelte di produzione...."
Lo spartiacque per quanto riguarda gli effetti speciali credo vada collocato intorno ai primi anni '90 con l'introduzione delle tecniche digitali. Negli anni precedenti (diciamo dalla seconda metà degli anni '60) c'e' stato un progressivo affinamento delle tecniche artigianali che ha portato alla nascita di vere e proprie "superstar" (Rambaldi, Dick Smith, Tom Savini, Rob Bottin e.... last but not least lo stesso Stivaletti). L'avvento degli effetti speciali computerizzati ha in seguito decretato un rapidissimo declino della controparte, diciamo, analogica; i "solisti" del trucco hanno lasciato il posto a "team" informatici specializzati e se da un lato questa rivoluzione digitale ha ampliato l'orizzonte realizzativo dell'immaginario cinematografico, dall'altro lo ha forse un po' uniformato. Ma questo e' un discorso generale; per quanto riguarda l'Italia l'interesse delle produzioni verso gli effetti speciali ha avuto il suo picco (anche sull'onda del successo di film come "Gremlins") tra l'85 e l'86 coi due Demoni, che -tecnologicamente- si distaccano dal resto della produzione italiana. Ben presto però i produttori nostrani si sono accorti che con effetti o senza i film italiani incassavano allo stesso modo e questo, unito al fatto che horror e thriller erano per legge esclusi da finanziamenti statali, ha portato ad un taglio netto prima agli effetti speciali e poi a questo genere di pellicole. E poi c'e' la questione dei passaggi televisivi: un film che va male nelle sale può recuperare passando in tv, ma le regole restrittive dei divieti hanno generato una forma di auto-censura alla fonte ancora più rigida di quella ministeriale: negli anni '70 circa un film su quattro aveva un divieto ai minori di 18 anni... adesso riesci a ricordarne almeno un paio con lo stesso divieto?
"Come mai dopo questa tua grande passione negli anni '80 riguardo i videoclip e gli effetti speciali dei film horror decidi "di abbandonare", anche collaborazioni importanti, e di passare soprattutto alla fotografia e alla pittura?"
Bé questa risposta si ricollega alla precedente: dopo la "febbre" degli effetti speciali dell'86-87 (ricordo a questo proposito che addirittura un produttore di hard-core chiamò Stivaletti per un preventivo riguardante un gorilla tipo King Kong con tanto di pene estensibile...!) la richiesta calò vistosamente. Lo stesso Sergio ha dovuto adattarsi al digitale, e negli ultimi anni e' pure passato alla regia.
"Perchè il Cinema italiano è morto?"
Credo che il cinema italiano si sia troppo adagiato in quella facile nicchia minimalista che tratta questioni sociali e personali con stile in parte reality, in parte sitcom. Se uno deve andare a vedere una commedia che sembra il Grande Fratello, o un film di denuncia che sembra Reporter facile che scelga di stare a casa e guardarsi la tv, oppure di vedersi qualche prodotto spettacolare proveniente dall'estero.
"Nomi di alcuni registi sottovalutati e nomi di registi sopravvalutati"
Da anni seguo con attenzione i lavori dello spagnolo Alex De La Iglesia, poco noto da noi, il quale -pur con una produzione non sempre a livelli eccelsi- ha realizzato uno dei film più disperatamente belli dell'ultimo decennio: Perdita Durango.
Tra i registi italiani mi piace molto Alex Infascelli che ha gia' prodotto due ottimi film e -sono certo- fara' ancora cose interessanti, e non vanno dimenticati tre grandi "eroi" del nostro cinema di genere anni '70: Alberto Cavallone, lo stupefacente Cesare Canevari e Renato Polselli.
Parlare dei registi sopravvalutati sarebbe lungo: vorrei solo qui citare Salvatores, da cui da anni mi aspetto invano qualcosa di interessante.
"Film: capolavori sconosciuti..."
Una scoperta recentissima: la "famigerata" Flesh Trilogy di Michael Findlay! Si tratta di tre film in bianco-nero realizzati tra il 1967 e il 1968. Credo che sia in assoluto la prima serie cinematografica con un serial killer come protagonista, una buona decina d'anni in anticipo sugli Halloween e Venerdi' 13. In questo caso il protagonista e' un tranquillo impiegato che -dopo aver scoperto il tradimento da parte della consorte- perde il lume della ragione (e un occhio) e si vota ad uccidere tutte le persone (quasi sempre donne) in qualche modo legate alla moglie (The Touch Of Her Flesh), al di lei amante (The Curse Of Her Flesh) e addirittura alla sorella dell'amante (The Kiss Of Her Flesh). E svolge il suo compito con efferata crudelta' e fantasia, servendosi di volta in volta di balestra, scimitarra e via delirando fino ad arrivare a chele di granchio, rose con spine avvelenate e addirittura un gatto con artigli al curaro.....! Il budget e' a livelli minimi ma la fotografia e' ottima e ci sono parecchi bei numeri di strip-tease.
"Agire su più campi in modo approfondito, credo faccia conoscere e renda molto interessante i confronti e le correlazioni tra "ciò che si tocca", però può essere anche svantaggioso da un punto di vista pratico del lavoro in sé?"
Be' certo la riconoscibilità -diciamo- del prodotto e' compromessa, ma ci si guadagna in spontaneità: negli inevitabili momenti di "crisi creativa" e' molto più facile ritrovare ispirazioni cambiando, anche momentaneamente, mezzo espressivo.
"Perché ami il trash tipo “Il boia scarlatto” e non quello contemporaneo della “Troma”?"
Trovo che il termine "Trash" venga ultimamente usato a sproposito, spesso legato a prodotti comici di bassa lega. E' stata data una definizione -con cui concordo pienamente- che designa come Trash l'"esito fallimentare derivato dall'imitazione non riuscita di un modello alto". Per questo trovo molto più intrinsecamente godibile un maldestro tentativo come quello del Boia Scarlatto di rifarsi alle atmosfere di Mario Bava piuttosto che fiacche parodie horror come quelle dei vari Toxic Avenger.
"Riguardo l'erotismo, e la pornografia, secondo te, quali sono stati i periodi più interessanti, e quali sono i film hard cult da vedere...?"
Per quel che riguarda l'erotismo il periodo cui sono più affezionato (forse anche per ragioni anagrafiche) e' quello dei fine anni '60 e primi '70. Quello che mi intriga particolarmente nei prodotti di questo periodo e' l'ingegno dei realizzatori profuso nello scavalcare le strette regole della censura del tempo. In quegli anni, prima di assurgere a genere cinematografico autonomo, il cinema erotico ha dovuto camuffarsi e "nobilitarsi" con (spesso) raffazzonati paravento scientifici e sociali, dando vita ad una incredibile serie di opere a sfondo documentaristico o sessual-educativo di rara (e involontaria) godibilità.
In quanto agli "hard" devo dire che sono pochi quelli che ho rivisto più volte, e tutti precedenti la svolta "palestrata" che il porno ha preso dalla metà degli anni '80. Ricorderei in particolare Devil In Miss Jones e People di Damiano, e il magnifico Take Off, rifacimento in chiave hard della vicenda di Dorian Gray.
"Qual'è il tuo feticcio preferito?"
A rischio d'esser banale ti risponderò nylon e reggicalze. E poi mi ha sempre affascinato quella particolare curva che unisce l'ascella femminile al seno.
"Tutta questa iper-espansione multimediale, fa sì che si è bombardati da immagini erotiche più o meno esplicite. Insomma l'erotismo se si vuole (o anche no!) è dappertutto. Questo è un bene o un male? Pensi che in realtà tutto questo eccesso possa levare di valore, o in realtà crei una maggiore possibilità di riscatto per quelle persone che prima non potevano avere dei confronti riguardo propria sessualità?
Ho questa impressione: più si parla di sesso, più lo si sbandiera e meno lo si pratica, e viceversa. Credo che questa sia una reazione quasi obbligata in un momento storico in cui il rischio aids condiziona pesantemente la vita di relazione, specialmente dei più giovani. E non credo neppure che -a parte la momentanea soddisfazione- questa offerta virtuale pressoché illimitata possa sanare disagi più o meno profondi.
"So che sei anche un grande appassionato e conoscitore di dischi e in passato hai realizzato le copertine di molti gruppi rock, lavorando per la casa discografica "Hiara Records"...in questo campo come ti ci sei addentrato..?
Successe quasi per caso: un'amica da poco segretaria della Hiara Records mi invito' negli uffici dove, con mia grande sorpresa, mi fu presentato l'attore Victor Poletti (il tenore de La Nave Va di Fellini) che nella Hiara era all'epoca produttore esecutivo. E' stata un'esperienza interessante, con momenti emozionanti come quando mi ritrovai a ritrarre fotograficamente i ricostituiti Corvi, già miei grandi eroi dell'adolescenza.
"Possiamo dire che alcuni artisti validi non sono molto conosciuti, ma anche altri noti, magari si conoscono solo per i "successi" e non per altre creazioni molto meritevoli, parlavamo ad esempio di "Riky Gianco" con "Disco dell'angoscia" che è quasi sconosciuto ...Che nomi diresti se dovessi far conoscere o eleggere alcuni musicisti e cantanti italiani e internazionali validi...
Che album incredibile il Disco dell'Angoscia vero? Con quelle sparate a zero sui Pooh e i cantanti melodici, poi l'esorcismo, l'incidente, le streghe....
Comunque credo che in Italia il segreto musicale meglio custodito sia quello di Fausto Rossi che, anche con lo pseudonimo di Faust'o ha prodotto dalla fine degli anni '70 una serie di bellissimi album puntualmente ignorati da critica e pubblico. Non conosco il personaggio, ma quello che traspare di lui dalla sua musica fa pensare ad un carattere poco incline ai compromessi, e forse questo spiega la poca attenzione con cui e' ripagato. Ultimamente ho letto in rete di qualcuno che sta progettando un "tribute album" a lui dedicato.... chissa', forse e' un segno.
Citerei anche Juri Camisasca e il suo primo album, La Finestra Dentro.
"C'è qualcuno con il quale non hai ancora lavorato e con il quale ti piacerebbe collaborare in ambito artistico?"
Da anni sono in contatto epistolare e a volte telefonico con Gualtiero Jacopetti, regista mai pienamente apprezzato in Italia anche se responsabile di grossi successi commerciali quali il controverso Mondo Cane. Nonostante sia un po' avanti con gli anni ha tuttora un invidiabile spirito gagliardo e lucidissimo. Purtroppo mi ha fatto capire a piu' riprese di non essere particolarmente interessato ad occuparsi di progetti cinematografici, ma un'eventuale collaborazione in qualsiasi forma- con lui e' uno dei miei sogni segreti...
Links
Denny Lugli: Sito ufficiale: http://www.dennylugli.it
Gallery
Sul set di Capriccio di Tinto Brass assieme a Bibbi Morosetti, formidabile assistente di Sergio Stivaletti, e ad Anna, moglie di Sergio
"Ritratto di famiglia in un camerino" sul set di Demoni2: i tre di prima piu' Sergio.
Sergio Stivaletti con le sue creaturine (Demoni2)
Sergio prende il calco ad un culturista per la creazione del mostro per il film Spettri di M. Avallone