Roberto Baldazzini: dame, donne e fantasia. Come sogno e realtà si trasformano in arte. L’autore e l’eros nelle sue creazioni fumettistiche e non solo…
Le donne nei tuoi lavori hanno sempre un ruolo centrale, sono sempre protagoniste. Da dove nasce questa ossessione del regno femminile?
A questo devo dare una risposta. La sto cercando dentro di me prima di tutto. Attraverso la rappresentazione di certe splendide creature mi sono illuso di averle possedute, di averle fatte mie, ma è stata sempre e solo un'illusione.
E' un modo per aggirare la realtà?
Senz'altro è stata una fuga dalla realtà, mi è servito per allontanarmi da un conflitto interiore molto doloroso... L'eros per me ha rappresentato una grande difesa e un rifugio sicuro.
E se lo dovessi affrontare non solo a fumetti?
L'ho sempre affrontato nella vita reale, ed è molto bello, ma è la dimensione dell'approccio infantile all'eros che ha creato il mio mondo immaginario e creativo. E la dimensione adulta invece cerca assolutamente un confronto con la realtà.
Ma la realtà è costruita anche da altre cose...
Infatti ci sono tanti sentimenti ed emozioni da provare che mi sembra di essere rinato da poco...dal punto di vista professionale sono molto soddisfatto di tutto quello che ho realizzato, è dal punto di vista umano che ora sto per riprendermi la rivincita! ...e con una certa consapevolezza e una conoscenza più approfondita di fatti e persone mi posso permettere di raccontare nuove storie...diverse...più difficili...
I tuoi personaggi sono sempre molto legati alla realtà, spessoa realtà anche problematiche...
Chiaro che la fonte d'ispirazione è sempre la realtà, può essere una figura, un sentimento, una persona, una parola, un insieme di tutto questo. Mi guardo intorno, cerco di stare con le orecchie tese e aspetto il momento nel quale possano coincidere situazioni e sensazioni diverse, quello è il momento nel quale nasce un nuovo personaggio.
Nella oramai nota serie di Casa HowHard iniziata nel 1995 su Blue, compaiono donne fornite di membri maschili, che però non danno assolutamente la sensazione di essere dei transessuali. Come nasce questa immagine, questa idea, questo mondo..?
Questo è un mondo immaginario, "Casa HowHard" è abitato da bellissime femmine con il pene, queste figure sono l'idealizzazione di me stesso, il pene è il mio...
E le donne?
Il femminile, per me, è il massimo della fascinazione e del protagonismo; essere una donna, è avere un potere enorme e una bellezza sconfinata!
Ti piacerebbe essere nato donna?
No, a me piacciono le mie erezioni... .
So che però ora sei più concentrato solo sulle donne pure, donne, donne, da cima a piedi...in mezzo comprese…
Sì, perché calato nei panni dei personaggi di “Casa Howard” ho potuto dare sfogo al mio narcisismo ed esaurire un'idealizzazione personale, mentre ora mi sento di legarmi a un rapporto nuovo con l'altro sesso, è un confronto più diretto e profondo...
Cos'è che invidi alle donne?
Le forme. Il voyerismo è stato per me quasi una sensibilità tattile, per questo poi sono andato a ricostruire con il disegno certi immagini e a cercare delle proporzioni femminili sempre diverse.
Cos'è che non invidi alle donne?
In questa società...Il loro ruolo?
Oggi fetish è una parola che ha tantissimi significati. Cosa significa per te...
Ingenuamente in passato ho pensato di essere un feticista perché mi piaceva il reggicalze con le calze, poi mi sono accorto che per quanto affascinante come capo di abbigliamento, la vera potenza di questo capo veniva espresso solo indossato da una donna e alla fine era l'immagine che ne veniva fuori quello che mi interessava, non era né l'oggetto e né la donna, era l'immagine pura è semplice. Quindi io ritengo che il mio feticismo sia esclusivamente qualcosa che appartiene all'immaginazione, qualcosa di virtuale. La realtà può fartelo conoscere, ma è la mente che lo consuma.
Ma col termine "Fetish" cosa s'intende genericamente parlando?
S'intende un'ossessione morbosa per un particolare anatomico della figura umana, o per un capo di abbigliamento particolare; ma io credo sia una cosa che si può allargare alla vita di tutti i giorni, legata alle abitudini e alle consuetudini ci sono tanti atteggiamenti feticistici, spesso connessi anche ai cinque sensi, come l'odore di un certo profumo, che uno deve assolutamente avere addosso per affrontare una certa ciircostanza...
Tu hai fatto in passato un omaggio artistico a Trevor Brown...cos'è che ti avvicina a questo artista?
Mi piace il suo mondo infantile, popolato di bambole crudeli.
In tutta questa rappresentazione, Trevor Brown ha anche una forte eleganza però...
Questo è quello che lo caratterizza...ma credo che lui rappresenti bene una certa sofferenza interiore e questi suoi personaggi personificano una sofferenza umana, che trascende l'immagine stessa...le sue bambole mi ricordano le bamboline woodoo.
Ci sono degli artisti che in qualche modo senti ti abbiano insegnato delle cose, che abbiano fatto di te quello che sei?
Mi sono appropriato, ho cercato di possedere avidamente, tutto quello che mi è passato sotto gli occhi e tra le mani. Ci sono autori, artisti che mi hanno veramente suggestionato, tra gli autori di fumetti: Harold Foster (Prince Valiant), Alex Raymond (Flash Gordon), Magnus (Kriminal, Satanik, Alan Ford; opere letterarie di De Sade, Hammett, Bronte, Selby; il surrealismo e tutta la corrente artistica della Pop Art con in testa Lichtenstein, Warhol, Wesselman; il cinema di Hitchcock.
Riviste popolari come Grand Hotel e il fotoromanzo in generale, mi hanno sempre suggestionato a livello narrativo...
Artisti che invece ammiri e vorresti conoscere personalmente?
Moebius (Jean Giraud), l’ho già conosciuto, ma vorrei approfondire la sua conoscenza e Woody Allen.
So che tu sei in un qualche modo, da vari anni un “seguace” di Jodorowsky, e dici sempre che ti “ha aperto gli occhi”… in che senso?
Il suo film “La montagna sacra” che vidi quando ero molto giovane mi ha lasciato un segno indelebile per quel che riguardano certi confini tra la realtà, mondi paralleli e altre dimensioni dell’essere. Ho frequentato un suo seminario di “Psico-magia” ed è stato utile per approfondire un aspetto della mia personalità.
Oltre a disegnare splendide femmine, in situazione più o meno erotiche-eroiche, dominanti o sottomesse, ma sempre protagoniste, hai collaborato e lavorato come artista in molteplici situazioni non strettamente connesse al mondo del fumetto, anche per delle pubblicità, per dei calendari e mostre di pittura naturalmente…
Sì, la mia voglia di misurarmi anche in altri ambiti creativi mi ha portato a fotografare, dipingere e ad accettare collaborazioni per campagne pubblicitarie, la più importante quella della TIm. Ormai da diversi anni scrivo le storie che disegno, ho anche scritto storie per altri...ma non hanno ancora visto la luce.
E della tua collaborazione con la rivista di fumetti erotici Blue, cosa mi dici? Come sei entrato in rapporti con Francesco Coniglio?
Francesco Coniglio l’ho conosciuto nel 1995 e da allora la nostra amicizia si è confusa con la sfera professionale...Lo trovo un editore contemporaneo, molto vicino alle necessità di un mercato difficile da gestire, ma anche attento a non lasciarsi sfuggire nulla che lo circondi e che in qualche modo abbia una ragione dialettica con questa realtà così frammentata e priva di valori ...Ha creato una rivista, blue, che è arrivata in questo momento al numero 173, direi che è un bel traguardo.
Su Blue ho potuto pubblicare tanti materiali erotici e sono nati diversi personaggi: Ginger & Rogers, Angela di Casa HowHard, Chiara Rosenberg con Celestino Pes, Aura.
Qual è il personaggio che hai creato nel tempo, al quale sei più affezionato, e quali invece ritieni sia il più riuscito?
La serie più riuscita è quella di Casa HowHard con Angela come protagonista. Ma forse è Beba quella che mi piace di più, sono solo un paio d’anni che la disegno e per quanto sia un personaggio grottesco, mi invita a raccontare storie che vanno veramente a scavare nella mia psiche!
Nel tempo è cambiato molto il tuo modo di disegnare, se si pensa alla Stella Noris di altri tempi, e Aura o Beba oggi… cos’è che è cambiato?
Diciamo che c’è stato un passaggio lento ma graduale tra uno stile marcatamente grafico a uno più narrativo... il segno si è assottigliato per dare più corpo alla figura, più carattere. Questo è diventato talmente evidente nelle mie ultime cose che infatti ora mi misuro quasi esclusivamente con il colore.
A tuo parere, cos’è che fa la bellezza in un’opera d’arte?
L’emozione, il genio e lo stile!
Continuerai a disegnare, o hai in mente dell’altro per il futuro?
Vorrei scrivere, vorrei raccontare storie con contenuti molto forti a livello di impatto sociale...sto cercando le circostanze creative...
Una frase che vorresti dire a tutti…
“Fate l’amore e non la guerra!”
Sito ufficiale: www.baldazzini.it
Beba(2004)
Il Bacio Violato(2001)
Blue woman (1991)
Oh...(1987)
Ines
Stella Noris