Eliselle è nata a Modena nel ’78, è laureata in Storia Medioevale, segue diversi portali di attualità: il più visitato www.delirio.net, e tiene un proprio sito personale dove si presenta alla grande: www.eliselle.com. E’una ragazza curiosa, che incuriosisce, scruta, cerca indaga tra la fitta rete del web a caccia di novità sommerse. Scrive per passione soprattutto racconti erotici; alcuni già pubblicati per varie edizioni, quali Altri amori, Malatempora, e l’ultimo uscito in giugno Tua, con tutto il corpo antologia di racconti erotici al femminile. LietoColle, 2005.


Tra i tuoi tanti interessi, quello che risalta di più guardando il tuo sito www.eliselle.com è la passione per lo scrivere racconti di vari genere, quali noir, gialli, ma per lo più legati all’eros. Come e perché iniziata questa passione?

E’ una passione iniziata dalla lettura: da adolescente curiosa, andavo a leggere i classici dell’erotismo dal Settecento al Novecento e rimanevo affascinata dalle parole scritte. Tenevo dei diari in cui scrivevo soprattutto di me stessa. Poi, è cambiata la prospettiva. La scrittura è iniziata per caso: sono cominciate le mie collaborazioni sul web con vari siti legati all’erotismo, e scrivere di questo argomento è stato più un modo per mettermi alla prova, per sperimentare un genere. Dopo ci ho preso gusto. La situazione erotica che descrivo non è mai fine a se stessa, ma fa parte di un disegno diverso, per indagare i personaggi, le loro emozioni e sentimenti che li spingono ad agire in un certo modo. Potrei definirli soft, anche se alcuni, sono decisamente poco soft. E’ una sperimentazione.

Ci sono stati degli autori ai quali ti sei ispirata, o che hanno influenzato il tuo modo di scrivere?

Ho sempre fatto scorpacciate di classici e di romanzi. Da un po’ di anni a questa parte, mi sono appassionata anche alla letteratura contemporanea. Non ci sono metodi coi quali scelgo un autore, quando entro in una libreria sembro una rabdomante, mi aggiro per gli scaffali, tocco le copertine, leggo qualche riga, compro. Si può dire che mi lascio attrarre dall’energia che emana un testo. Sono un’onnivora della letteratura, i libri li divoro e molti si chiedono come io faccia a esaurirne uno di 250 pagine in un pomeriggio: il problema è che quando inizio a leggere non mi stacco più. Mi dimentico di mangiare e bere, è una sorta di trance attiva, mi calo totalmente nell’atmosfera e rido e piango e mi lascio trasportare dalle emozioni che mi dà. I miei miti letterari di sempre sono Eco, Manfredi, Follett, Cornwell, i geni del romanzo storico, intramontabili. Da qualche anno a questa parte sto in fissa con Ammaniti, adoro il suo modo di raccontare. Una volta che un autore mi entra nella testa e nel cuore non ne esce più. E’ inevitabile che qualcosa della scrittura di un grande autore che amo rimanga in me, ma in fondo, è anche per questo che si legge.

Quale rapporto esiste tra quello che scrivi e la realtà che vivi; cosa ti lega alle storie dei tuoi racconti?

Sono attenta alla contemporaneità. Leggo molto. Ascolto e osservo parecchio. Mi piace ascoltare e guardare la gente, lo faccio da sempre. Incamero e scrivo. Possono essere esperienze personali o di persone vicinissime a me. Possono essere fatti di attualità sentiti al telegiornale o trovati sui quotidiani. L’ispirazione spesso mi viene da lì. Sono attratta dai casi particolari, dalle storie di sofferenza ed emarginazione, o da quelle che sento in qualche modo vicine. Per i racconti storici invece, conta la base culturale che mi sono fatta in questi anni a riguardo: sono affascinata dal Medioevo, quello che mi lega è soprattutto la passione.

Cosa pensi riguardo l’erotismo e riguardo la pornografia nella letteratura, e nell’arte in genere?

L’erotismo fa parte della vita, e se l’arte è l’imitazione della vita, o un modo per indagarla, è giusto parlarne. Lo trovo stimolante e interessante. Molto spesso viene svalutato a genere minore, e sinceramente non ne comprendo il motivo. Certo è necessario trovare una dimensione per raccontarlo, o dipingerlo, o fotografarlo. La linea che divide l’arte da volgarità o mancanza di contenuti a volte è sottile e bisogna essere attenti a non attraversarla per non svilire il lavoro che si fa. Anche la pornografia, se è ai fini della narrazione e non è gratuita, non mi disturba.

Tu hai pubblicato un racconto per Malatempora, dal titolo “Come spazzatura”, che si trova in una raccolta di racconti gay. Parla di una storia d’amore tra due donne, una delle quali però “lascia perdere” e sceglie per “la vita formale, sociale, tranquilla” almeno apparentemente, del matrimonio con un uomo. Questi elementi gay, che ogni tanto compaiono nei tuoi racconti sono delle dichiarazioni, degli esercizi stilistici ben riusciti, o altro ancora?

La risposta si trova nelle modalità in cui è nato quel racconto. Facendo delle ricerche, una sera mi sono ritrovata su un forum di donne che amano le donne. Ho letto lo sfogo di una ragazza, accorato, appassionato e rabbioso: si lamentava delle donne come la sua ex compagna, quelle che vogliono provare esperienze omosessuali e poi ti lasciano “per il primo uomo che passa per strada”. Mi ha colpito quella sua frase piena di disprezzo. La stessa frase che dicono le donne eterosessuali quando vengono lasciate dai loro compagni “per la prima sciacquetta che passa per strada”. I sentimenti non hanno sesso, a mio avviso. La distinzione in eterosessuale, bisessuale, omosessuale è solo di comodo, addirittura d’impiccio, perché i sentimenti non hanno nulla a che vedere col sesso di appartenenza e coi gusti sessuali personali: quando una persona ti fa male e ti fa capire che ti ha preso in giro, o che non ti ama più, soffri come un cane e non puoi fare nulla, solo aspettare che passi. Il racconto l’ho scritto sull’onda di queste sensazioni e riflessioni.

Uno tra i tuoi racconti pubblicati recentemente per LietoColle titolato “Preludio d’estate”, parla invece “dell’intesa” che può nascere tra uomo e donna…

Un’intesa che a volte fa paura, perché è totalizzante. E perché capita di essere vissuta, in gran parte dei casi, con la persona sbagliata. Quella che poi ti pianta un coltello nello stomaco e ti fa soffrire le pene dell’inferno sulla terra. Mi fanno ridere le riviste femminili, soprattutto d’estate, quando rispolverano i soliti argomenti triti e ritriti sulla coppia, sui consigli come ravvivare l’amore e la passione, sui test che ti chiedono “che amante sei?”. Perdite di tempo. Specchietti per le allodole. E’ inutile testare o consigliare su argomenti così delicati e intimi, così soggetti ai cambiamenti individuali, contingenti. Non credo che serva a nulla. Per capire se stessi basta fermarsi e ascoltarsi, di tanto in tanto. Basta avere la seria volontà di starsi a sentire.

Un altro tuo interesse riguardo le letture, sono i romanzi storici, e so che ti piacerebbe anche scriverne uno… e in più su www.delirio.net un’appassionata intervista a Valerio Massimo Manfredi…

Ho un’idea che mi frulla in testa da cinque anni. Cinque. Tremendo che fin’ora non abbia ancora fatto nulla, solo qualche ricerca e nulla più. Ma non mi sento pronta. Quando ho avuto modo di intervistare uno dei miei miti, Valerio Massimo Manfredi, uno dei consigli che mi sono rimasti più impressi è stato quello sulla pazienza. Lavoro continuo e costante, determinazione, ma soprattutto calma: un passo dopo l’altro, senza bruciare le tappe, senza arrivare ad ogni costo, senza finire nulla in fretta per evitare il rischio che sia di poco valore o buttato al vento. Preferisco studiare e prepararmi ancora quanto è necessario prima di coronare l’obiettivo che mi porto dietro da sempre: scrivere un romanzo storico su una grande donna del passato. E non è detto, comunque, che la vita mi porti a fare altro, nel frattempo.

Tra i vari portali che segui, (quello più visitato, sopra citato), dove ti occupi di attualità, cinema, musica, e libri, scovi e intervisti personaggi impossibili, interessanti, curiosi, e da vedere neanche tanto accessibili. Su cosa si basano le tue ricerche?

Si basano sui miei interessi e le mie curiosità, innanzitutto. Delirio.NET è nato così per caso, ed è cresciuto grazie alla costanza di chi lo gestisce. E’ una passione, e racconta le passioni di chi ci lavora. La maggior parte degli articoli e delle interviste sono miei: ho scovato modelle, fotografi, scrittori, musicisti, attrici, a volte sono stati loro a cercare me. Devo ammettere che la rete è una miniera di informazioni e di contatti. Ma è ovvio che anche io mi sposto per partecipare a incontri e presentazioni letterarie, dove le conoscenze live diventano collaborazioni. Decido la programmazione del portale, faccio da caporedattrice, galoppina, ricercatrice, e via dicendo. Sono una sorta di jolly. C’è un duro lavoro dietro, tempo speso, costanza e voglia di fare. Il team che ha iniziato era composto di due persone, io e Joe, che si occupa della parte tecnica e di argomenti particolari, legati spesso al campo della computer grafica. Abbiamo avuto sporadici aiuti col passare degli anni. Da qualche tempo abbiamo un nuovo collaboratore, esperto di manga e fumetti, Simone C.

Nella selezione dei personaggi, soprattutto su www.liberaeva.it , dedichi maggior spazio alle donne in arte, nel fumetto e nella loro rappresentazione estetica, come mai questa maggior attenzione al femminile?

L’ho da sempre. Forse perché, studiando la Storia, ti rendi conto che non si tiene in considerazione il peso delle donne, non almeno quanto meriterebbero. Un maschilismo storico, a cui si sta tentando piano piano di porre rimedio. Il mio è un piccolissimo contibuto, fatto da un’appassionata. Scavare nelle vicende dei personaggi femminili, immaginare quali sentimenti e quali emozioni possano aver provato affrontando determinate vicende. E’ un aspetto che mi piace. Poi certo, ho dedicato attenzione anche a donne immaginate, del fumetto o della letteratura, lì forse mi sono sentita più libera e meno vincolata. In programma e di prossima uscita ci sono Marozia, la “papessa” romana del 900, e Motoko Kusanagi, l’affascinante androide creata da Shirow per Ghost in the Shell.

Qual’è stato, o quali sono stati i personaggi più curiosi e interessanti che hai intervistato o incontrato fin’ora?

Bella domanda! Dunque, vediamo, come rispondere senza offendere nessuno? Scherzi a parte, ogni persona che ho intervistato mi ha insegnato qualcosa, su questo non v’è dubbio. Entrare in contatto con un autore o un artista ti lascia sempre sensazioni positive, perché di solito chiedi loro non solo del loro lavoro ma anche consigli per te stessa. Per migliorarti. Per fare meglio. Una cosa curiosa che mi è rimasta impressa però è questa: alcuni scrittori sono rimasti piacevolmente sorpresi dal mio nome, e lo utilizzeranno nei loro prossimi libri. Al primo ho pensato fosse un caso, al secondo mi sono chiesta se non fosse meglio, a quel punto, mettere un copyright e chiedere i diritti, se continua così sai quanti guadagni?!

-Di cosa ti stai occupando ora, e quali sono i tuoi progetti narrativi e letterari attuali?

Sto iniziando a preparare una serie di conferenze legate alla concezione del corpo nel Medioevo e da argomenti as esso correlati, come la sessualità e la moda. Un’esperienza interessante e nuova, che vedrà la luce a fine anno, vedremo come andrà. Per quel che riguarda la narrativa, sto concludendo un’antologia di racconti ispirati alla rete, e sono in attesa di pareri per un libro che ho scritto a quattro mani con un’autrice milanese di talento, Angela Buccella, dal titolo Chemical Dreams. E’ stata dura coordinarsi, io e lei abbiamo stili narrativi molto differenti, ma ce l’abbiamo fatta: portare a termine un libro è una bella soddisfazione, già il semplice fatto di avere davanti a te un’opera che hai contribuito a scrivere, ti regala un senso di pienezza e di liberazione al tempo stesso. Poi ci sono i primi riscontri positivi, le prime critiche costruttive, ti mette voglia di fare e continuare a migliorarti.

Una cosa che non hai ancora fatto, ma che prima poi… E un’altra che hai fatto, ma che ne faresti volentieri a meno?

Una cosa che non ho ancora fatto e che mi piacerebbe fare, è lavorare all’estero. Per affinare l’inglese e per uscire dal guscio. E’ sicuramente una delle esperienze che trovo più stimolanti in assoluto. Proprio in questi ultimi mesi ho collaborato a una rivista su fetish e dintorni che uscirà a settembre in buona parte dell’Europa: se va tutto bene, chiedere una trasferta non sarebbe male! Una cosa che ho fatto e di cui mi sono pentita? Aver accantonato lo studio del greco antico. A volte mi vengono le insane voglie di riprendere i testi delle superiori e leggere qualcosa, ma poi mi dico: è dalla maturità che non lo tocco più. E così, piano piano, sta finendo nell’oblio. Male, malissimo.

Una frase o un appello che vorresti arrivasse a tutti…

Ne avrei così tante di cose da dire. Mi affido alla frase che ho scritto su un pezzetto di carta e appeso sul ripiano sopra la mia scrivania. L’ho sempre trovata molto saggia, credo che dovrebbe essere presa a modello da chiunque. E’ di Persio, scrittore latino dell’inizio del I secolo d.C. che, non a caso, aveva studiato filosofia e aveva consacrato la sua vita allo studio, alla scrittura e agli affetti: “Io, incurante del volgo, non mi preoccupo che il pezzetto di terra del vicino sia più fertile del mio”. Non male, no?




L’antologia di racconti erotici al femminile uscita a giugno per LietoColle:

Sito ufficiale: www.eliselle.com



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