Giovanni Battista Sambuelli: l'arte fotografica attraverso i colori, le donne nella loro tranquillità erotica.
La domanda più scontata: sono state le donne che ti hanno avvicinato al desiderio di fotografarle, o è stata la fotografia che ti ha avvicinato al mondo femminile? E prima di tutto da dove nasce questa esigenza...?
Una risposta scontata potrebbe essere che la pressoché totalità del mondo maschile vorrebbe poter vedere ragazze nude che si mettono in posa obbedienti… La risposta del mio caso è che la passione per la fotografia mi ha portato a cercare di interpretare a mio modo la bellezza femminile, cercando di creare immagini con uno stile classico e, come molti dicono, quasi pittorico.
Qual è la parte del corpo che preferisci in una donna, e qual è la parte del corpo che preferisci fotografare in una donna?
In questo caso la risposta mi vede coinvolto sia come uomo che come professionista e, fortunatamente, le due parti si sovrappongono perfettamente. Non ho infatti preferenze particolari: in una donna, così come in una donna-modella, mi piace l’armonia del tutto. In ogni caso, se un particolare è degno di nota, ritengo sia piacevole evidenziarlo.
Ci sono dei criteri con i quali sceglie le modelle da fotografare, o tutte volendo posso no essere modelle?
Ho fotografato donne di sessantacinque anni e ragazze adolescenti, attrici bellissime e donne normalissime: nel campo della fotografia artistica ogni persona può essere modella. Se si parla invece di fotografia di bellezza, di glamour, il discorso cambia, ma non ci sono comunque mai criteri precostituiti, come altezza, misure o altre caratteristiche, anzi, personalmente, preferisco modelle non professioniste e, possibilmente, alle prime armi, per la loro spontaneità.
Esiste secondo te un'età migliore per la bellezza nelle donne?
Ho visto ragazzine migliorare moltissimo nel tempo ed arrivare ad essere bellissime trentenni e quarantenni. Se non consideriamo il fattore gioventù, con quello che comporta a livello estetico, vale a dire pelle compatta e viso senza rughe espressive, oggi una donna ha i mezzi per mantenere a lungo la propria bellezza e la tonicità del corpo, dunque ritengo che non ci sia un’età definita. Certamente, l’età migliore per la bellezza femminile è quella che ancora non mostra ancora i segni di una “sfioritura”.
Le modelle sono una categoria a parte? O non sono una categoria?
Secondo me le modelle non sono una categoria, in quanto, se vuole, ogni donna può essere una modella. Se proprio si vuole codificare una categoria, direi che una “modella” si differenzia da una ragazza per il fatto di avere una partita IVA propria.
Tutte le modelle sono esibizioniste e narcisiste oppure no?
Una buona dose di esibizionismo e narcisismo è nel DNA di ogni donna. In coloro che posano, ed ancora di più in quelle che posano per il nudo, questa dose è espressa e non celata.
Per esperienza personale, posso dire che quasi tutte le modelle che ho conosciuto, hanno alle spalle dei percorsi particolari spesso frastagliati, o contorti, rispetto in genere a quelli che altri lavori possono attirare. Te confermi? E se sì, come mai “poi ci si ritrova davanti ad un obbiettivo”?
Ad ogni ragazza carina che aspiri ad un lavoro, qualsiasi esso sia, vengono spesso poste soluzioni “più veloci” per arrivarvi, o, se già vi sono arrivate, per conservarlo. E comunque capita anche ai maschietti. Il fatto che poi ci si ritrovi davanti ad un obiettivo è la conseguenza dell’essere belle, o piacevoli, o semplicemente è uno dei passaggi dovuti per arrivare al vero obiettivo, che è quello della fama, agognata da moltissime, perché permette, nella quasi totalità dei casi, di sistemarsi definitivamente.
Esiste molta più differenza tra persona e persona o tra uomini e donne?
Sicuramente tra persona e persona. Molte volte uomini e donne sono in grado di essere molto simili, nelle scelte e nella logica.
L’esperienza lavorativa più significativa nella tua carriere e quella a cui sei più affezionato…
Nelle esperienze lavorative generali senza dubbio gli anni in cui ho avuto una concessionaria di auto sono anni da ricordare. Nel campo della fotografia alcuni riconoscimenti internazionali sono stati molto gratificanti. Sono anche particolarmente fiero del mio calendario esclusivo per il portale INIFINITO-GENIE del 2002, poiché, all’epoca, era il maggiore portale commerciale internazionale di internet, e della Campagna di Pubblicità Progresso, del 2001, sulla violenza sulle donne.
Come mai ti sei avvicinato alla problematica della violenza sulle donne? Può in qualche modo avere un nesso con il lavoro della fotografia o dello spettacolo, o a prescindere?
Odio la sopraffazione, in ogni sua forma. Nel caso della violenza sessuale o solamente fisica o anche psicologica sulle donne, poi, questo odio ho cercato in qualche modo di esternarlo con un messaggio che potesse avere anche una valenza di utilità pubblica, una specie di “memento”.
Non a caso il messaggio, scritto su un corpo nudo femminile in croce, diceva, in due distinte frasi:
“La violenza ferisce il corpo”- nella prima e, nella seconda, -“L’indifferenza uccide l’anima”-.
Era ed è, in sostanza, un messaggio rivolto a non sottovalutare la condizione di chi ha subito e subisce violenze di ogni genere, anche in ambito domestico.
Se potessi tornare indietro ci sono esperienze lavorative che vorresti non fossero capitate?
Non ci sono esperienze che non vorrei ripetere. Meglio rimpiangere di avere fatto qualcosa, che non il rimpianto di non averla fatta.
Hai mai avuto storie con delle tue modelle?
Sì, ne ho avute alcune. Come in ogni occasione di incontro, può essere normale che due persone si attraggano, ma sul lavoro ho sempre mantenuto un comportamento molto professionale ed ho sempre guardato le modelle con gli occhi del fotografo e mai dell’uomo, altrimenti non avrei potuto mai scattare una sola foto decente.
In una donna è più importante la bellezza o l’erotismo?
Se il fascino ha una componente erotica, la bellezza conta poco, per me. Preferisco di gran lunga una donna comune che sappia muoversi, gesticolare e parlare con eleganza e compostezza piuttosto che una bellissima ma poco “elegante”. E spero che si capisca che il termine “elegante” non lo riferisco all’abbigliamento…
Le tue foto sono sempre molto calde, morbide, la luce che usi dà questo senso di tranquillità erotica, è più difficile lavorare con il bianco e nero e rendere lo stesso effetto?
In molte interviste ho affermato che secondo me è molto più facile eseguire una fotografia “artistica” in bianco e nero che non a colori. Basta, come esempio, prendere una foto normalissima, quasi banale a colori e trasformarla in bianco e nero ed il gioco è fatto: quasi tutti potranno affermare che sia una foto artistica. Se si parla invece di “atmosfera” calda, di pelle ambrata, allora il discorso dà ragione al colore, senza il quale diventa difficile, se non impossibile, rendere quelle sensazioni.
I tuoi lavori in genere da tipo da pubblico sono seguiti…?
Spero non solo da voyeur allupati… Scherzi a parte vedo (dalle statistiche) che il pubblico è abbastanza eterogeneo, dai fotografi alle modelle, dai critici al pubblico di massa.
Quali sono i servizi fotografici che ti sembrano più interessanti da realizzare?
Quelli in cui le modelle non credono di essere belle. In effetti, la storia del brutto anatroccolo si addice molto alla situazione. Io, poi, non voglio neanche che le modelle si trucchino, e dalle mie immagini si vede… Posso tollerare solo un po’ di mascara o matita sugli occhi. Il resto, per vincere la scommessa, spetta a me.
Per la riuscita di un buon servizio, cos’è veramente importante?
Il tempo: se non c’è tempo, non voglio neanche iniziare. E’ risaputo e lo confermo, che gli scatti migliori sono sempre quelli dei momenti precedenti la fine del servizio per rispettare l’orario del treno che dovrà riportare a casa la modella.
La tecnica quanto ha peso rispetto la creatività di un artista per la risuscita?
Se dovessi rispondere prendendo in considerazione i risultati degli ultimi premi internazionali direi che la tecnica non conta nulla. Personalmente, però, apprezzo chi ha una tecnica ottima, ma senza la creatività non si ottiene niente.
Preferisci lavorare in interni o esterni, in che stagione e con che tipi di luce…?
Preferisco gli interni perché posso modellare la luce a piacimento. Uso solo luci fisse, con spot teatrali e diffusori. Le foto in esterno mi sembrano molto commerciali.
C’è qualche modella in particolare con la quale non hai ancora lavorato e ti piacerebbe lavorare?
Mi piacerebbe fotografare alcune giornaliste televisive ed un paio di conduttrici di programmi TV, ma non faccio nomi…
Ci sono dei fotografi che stimi particolarmente, e degli autori ai quali ti sei ispirato, o hanno influenzato il tuo stile?
Mi piacciono Blum, Berg, Galitsin agli inizi, Hamilton, Newton negli scatti non commerciali.
Tre cose che leveresti dal mondo e tre cose che vorresti ci siano, e tre cose alle quali non potresti mai rinunciare…
Toglierei la fame, la guerra, le malattie.
Vorrei… guarda, vorrei una sola cosa che riassume, da sola, tutto quello che si può desiderare ci sia: la felicità.
A questi primi due punti, essendo totalmente irrealizzabili, ho potuto rispondere con ipotesi banali, ma che vorrei veramente.
Al terzo punto rispondo che non potrei rinunciare alla libertà. Senza quella, inutile dire che non vorrei rinunciare alle donne, al mangiar bene, alla serenità. Di salute non parliamone, è troppo scontato.
Una frase che vorresti dire a tutti…
-“Assaporati il momento, che fra poco è finito e difficilmente ritornerà…”-
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